Questa settimana a Napoli si è conclusa la due giorni degli Stati Generali della Prevenzione. Tuttavia è alquanto inutile parlare concretamente di prevenzione se poi il Governo non ci mette un euro, se non investe in medici, infermieri e personale sanitario.
Repubblica ieri mi ha chiamato sull’ultima delibera regionale sulle liste d’attesa, e oggi è uscita l’intervista. Regione chiede alla sanità pubblica e privata di smaltire più visite ed esami tra quelli con tempi d’attesa più lunghi, ma mentre al pubblico dà soldi e obiettivi precisi da raggiungere, al privato dà solo i soldi.
“L’Italia che emerge dai rapporti dell’Istat e della Caritas è un Paese in forte sofferenza sociale, ben lontano dalla narrazione trionfalistica del governo Meloni. I dati parlano chiaro: 2,2 milioni di persone vivono in povertà assoluta, 5,8 milioni hanno rinunciato a curarsi, e un lavoratore su quattro è povero nonostante abbia un impiego”. Lo dichiara Silvia Roggiani, deputata del Partito Democratico e componente della commissione Bilancio della Camera.
“Badanti più delle colf, sicuramente più delle babysitter, ci dice l’ISTAT. Spesa pubblica e produttività a rischio. E quindi il governo cosa fa? Qualche misura sulla denatalità tanto decantata, che sfiora la superficie dei problemi reali che inducono le coppie a posticipare la genitorialità e fanno dell’Italia un Paese che non è accogliente per bambini e giovani: disoccupazione femminile, precarietà, caro affitto, caro spesa, bassi salari, mancanza del tempo pieno a scuola in metà Italia, assenza di servizi per le famiglie nel doposcuola, dallo sport ai centri estivi e ovviamente ancora carenza di asili nido, nonostante il PNRR!”. Lo afferma la vicepresidente dei senatori Pd Beatrice Lorenzin.
Il bombardamento americano dei siti iraniani segna un nuovo passo verso l’avvitamento del conflitto mediorientale nel quadro di una più generale crisi internazionale. Al di là della sua portata militare immediata, questa azione apre uno scenario in cui la logica della forza rischia di diventare l’unica grammatica possibile nei rapporti tra le potenze globali.
L’Europa ha fatto passi avanti importanti sul fronte dell’economia sociale. Ora tocca agli Stati membri, ai territori e ai Comuni raccogliere il testimone con piani d’azione locali, come già hanno fatto realtà virtuose come Bologna, Torino e molte altre.