Il Pd non cannibalizza ma rafforza la coalizione
Intervista del Messaggero a Dario Nardella.
"Complimenti a Elly Schlein, a Stefania Proietti e Michele De Pascale: il Pd messo sul banco degli imputati dopo il voto ligure, si è dimostrato ancora una volta un partito solido e radicato". Così l'europarlamentare Pd Dario Nardella, al Messaggero. E gli alleati M5s? "Tradizionalmente - risponde - il Movimento va più forte alle elezioni nazionali rispetto alle locali. Il rischio 'cannibalismo' si evita se ciascuno di noi occupa un'area ben definita, e se tutti puntiamo a recuperare il più possibile dall'astensione".
"Non auguro a Conte di fallire, anzi: gli auguro di poter superare con successo questo passaggio importante - prosegue - Non dobbiamo aver paura di marcare le nostre differenze coi 5S: è così che si intercettano più elettori, non se ci sovrapponiamo". Nardella si definisce "testardamente unitario. Ma attenzione: quando diciamo che non siamo autosufficienti, non significa che il Pd non ambisce ad aumentare sempre di più il proprio risultato. La nostra non è debolezza: più il Pd è forte, più è forte la coalizione".
Umbria ed Emilia dimostrano che si vince di più con candidati moderati? "A me piace parlare di candidati centrali, non centristi. Quando il Pd mette in campo persone radicate sul territorio, che vengono dalle amministrazioni locale e che sanno intercettare sensibilità diverse, vince. Chiaramente senza nulla togliere all'esperienza di Andrea Orlando. Se coniughiamo la leadership incisiva di Schlein con la credibilità della nostra classe dirigente nei territori, possiamo fare tanta strada". E' un bene il via libera a Fitto? "Sì, per quanto riguarda il portafogli che gestirà è un bene per l'Italia. A differenza di Giorgia Meloni che 5 anni fa manifestava in piazza contro Paolo Gentiloni. Ed è un bene perché ha consentito di sbloccare lo stallo che sarebbe andato a scapito della vicepresidente socialista Teresa Ribera".