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  • Fabio Bottero

Dobbiamo riqualificare l'edilizia popolare

Intervista del Corriere a Fabio Bottero.

Approssimando, potrebbe essere definita «la strategia dei mille»: riqualificare circa 2.500 alloggi sfitti di proprietà del Comune, gestiti dalla società Mm, entro il 2027, procedendo alla ristrutturazione degli appartamenti al ritmo di circa mille appartamenti all’anno fino al termine del mandato. Per farlo, oltre ai 21 milioni già stanziati con delibera giovedì dalla giunta si punta a destinare ulteriori risorse con la prossima manovra di bilancio.

Assessore all’Edilizia residenziale pubblica, Fabio Bottero, quali sono i vostri desiderata per il bilancio 2026?
«Chiederemo che possano essere stanziati 31 milioni e mezzo per raggiungere l’obiettivo che l’amministrazione si è data: zero appartamenti sfitti entro il 2027. Sono fiducioso nel fatto che i nostri “desiderata” possano essere accolti, considerato che il recupero degli appartamenti attualmente vuoti in città è una delle priorità che questa giunta ha più volte sottolineato».
Le risorse, quindi, si aggiungerebbero a quelle già stanziate?
«Sì, in due anni in totale puntiamo a impegnare oltre 50 milioni contro l’emergenza sfitti. Ci tengo a precisare che si tratta di risorse in conto capitale e che il Comune fa quello che può, dovendo far quadrare il proprio bilancio, ma per rendere più stabili questo tipo di interventi servirebbe un piano nazionale».
Qual è il cronoprogramma?
«Entro la fine di quest’anno puntiamo a riqualificare circa 750 alloggi, grazie anche alla trasformazione di Mm in società benefit. Entro la fine del 2026, invece, l’obiettivo è sistemare ulteriori 800 appartamenti. I restanti entro il 2027, puntando così ad aumentare l’offerta abitativa in città».
Dalla graduatoria fino all’assegnazione degli alloggi talvolta però intercorrono mesi di attesa.
«Si tratta di una procedura complessa, con più fasi. Sicuramente aumentando il numero di appartamenti a disposizione in città, attraverso il recupero degli sfitti, si potrà procedere in modo più veloce nello scorrimento delle graduatorie».
Un altro tema è la sicurezza. Una parte degli stabili popolari non è dotata di Cpi - certificazioni di prevenzione degli incendi.
«Dal 2015 abbiamo preso 300 edifici di cui solo 38 avevano questo tipo di documento. Oggi più della metà degli stabili è in regola. Entro il 2027 contiamo di completare l’operazione. Pertanto, per raggiungere questo obiettivo, chiederemo nel prossimo bilancio in totale 18 milioni, da aggiungere ai 6 già stanziati».
Alcuni stabili presentano delle criticità per quanto riguarda il loro esterno.
«È nostro dovere garantire che i cittadini vivano in condizioni dignitose. Pertanto stiamo cogliendo l’opportunità del piano Repower Eu, nell’ambito delle risorse finanziate dal Pnrr, per l’efficientamento energetico delle case popolari. Abbiamo chiuso due avvisi, raccogliendo le manifestazioni di interesse da parte dei privati, e adesso valuteremo i progetti che ci sono arrivati per 52 lotti».

 

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