Da Nordio parole aberranti, il problema è strutturale
Intervista di Repubblica a Michela Di Biase.
"Affermazioni veramente aberranti. Non solo è falso e non provato scientificamente. È un ragionamento pericoloso: un assunto del genere trasforma una responsabilità individuale e culturale in un fantomatico destino maschile. E così facendo, magari involontariamente, si fornisce una giustificazione". Lo afferma la deputata del Pd Michela Di Biase, commentando in un'intervista a la Repubblica le parole del ministro Carlo Nordio sul fatto che il dna maschile resiste alla parità. "La violenza non è scritta in nessun codice genetico: è il prodotto di educazione, potere e stereotipi", aggiunge.
In merito a quanto detto dalla ministra Roccella osserva invece che "l'odio contro le donne nasce dalla mancanza di rispetto e riconoscimento reciproci. Come fa una ministra a sostenere che educare all'affettività non sia uno degli strumenti principali?". Di Biase sottolinea che "sia la Convenzione di Istanbul che quella di Lanzarote chiedono di istruire i bambini su questi argomenti. A Roccella sfugge un punto: il cambio del paradigma culturale non avviene nel giro di qualche anno. I Paesi che hanno introdotto l'educazione sessuale stanno lavorando e investendo sulle future generazioni".
