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  • Dario Veneroni

Costruiamo e pratichiamo la Pace

Articolo di Dario Veneroni.

In un tempo in cui il mondo è attraversato da conflitti profondi – dal genocidio in Palestina alle drammatiche violenze che continuano in Ucraina, fino alle meno raccontate ma devastanti crisi in Sudan e in diverse regioni dell’Africa – siamo chiamati, come cittadini e come istituzioni, a non voltare lo sguardo altrove. Anche un Comune, pur lontano dai tavoli della diplomazia internazionale, può e deve fare la propria parte nella costruzione della pace.

Con questo numero di Comunicare a Vimodrone abbiamo voluto dare un segnale forte: la richiesta di pace non è uno slogan, è un grido di coscienza. È una necessità precisa e urgente. La pace non è un concetto astratto: è un impegno quotidiano, un esercizio costante di responsabilità, educazione e dialogo.
Nel nostro territorio cerchiamo di coltivare la cultura della pace con gesti concreti. Lo abbiamo fatto con iniziative semplici, ma dal forte valore simbolico e comunitario, come la Camminata per la Pace, svoltasi il 22 novembre, momento in cui le strade del nostro paese si sono trasformate in un abbraccio collettivo per celebrare il diritto alla pace delle bambine e i bambini di tutto il mondo. Lo abbiamo fatto con la fiaccolata del 30 settembre, dal titolo “Fermiamo lo sterminio a Gaza”, che ha riunito cittadine e cittadini in un messaggio di ripudio della violenza e di vicinanza alle popolazioni che soffrono.
Le fiaccolate, le manifestazioni sono strumenti con i quali la società civile può far sentire la propria voce, può lanciare un messaggio preciso al nostro governo, a chi ci rappresenta a livello internazionale, e il Comune di Vimodrone e la sua cittadinanza hanno sempre espresso a gran voce il proprio “No” alla guerra.
Ma la cultura della pace si costruisce soprattutto educando le generazioni più giovani. Nei nostri istituti scolastici, nelle associazioni, negli oratori e in tutte le realtà che accompagnano la crescita dei bambini e dei ragazzi, possiamo seminare dialogo, rispetto, capacità di ascolto.
Sono semi preziosi, che un giorno sapranno germogliare in adulti più consapevoli e in una società più giusta.
Non possiamo fermare da soli le guerre che scuotono il mondo, è un percorso che si costruisce insieme, unendo le mani al di là dei confini. L’impegno è quello di rafforzare la rete dei Comuni che, con umiltà e determinazione, scelgono di essere laboratori di pace. Per questo, credo profondamente nel valore del dialogo: strumento capace di creare legami e opportunità di incontro tra culture, lingue e storie diverse. Attraverso queste relazioni, le nostre cittadine e i nostri cittadini – giovani e adulti – sperimentano concretamente che la cooperazione è possibile e che la diversità è una risorsa, non una minaccia.
Noi, come cittadini e come istituzioni locali, possiamo e dobbiamo fare la nostra parte, promuovendo iniziative di dialogo e collaborazione internazionale, perché la pace non è un traguardo lontano: è un cammino da percorrere insieme.

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