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  • Patrizia Toia

Con l'Ucraina

Articolo di Patrizia Toia.

Oggi è il giorno dell’Indipendenza per l’Ucraina ed è una celebrazione che si compie (difficile dire si festeggia) sotto i continui, incessanti attacchi russi e in un clima che passa, in pochi giorni, dalla speranza di una possibile tregua e dell’avvio di un percorso negoziale allo stallo e dunque ai passi indietro.

Il posto dell’Europa, sempre al fianco dell’Ucraina, diventa ancor più cruciale. Putin non vuole né tregua né pace se non dopo una capitolazione dell’aggredito e un’annessione di regioni strategiche. Gli USA, per ora ancora impegnati nello sforzo di una mediazione, potrebbero “gettare la spugna”, lasciando sola l’Ucraina in nome del “abbiamo fatto il possibile, ora vedetevela voi”.
E già nell’aver silenziato, nel meeting di Washington, il principio dell’integrità territoriale e nell’aver mantenuto ad un livello di pericolosa genericità gli impegni sulle garanzie di sicurezza, ci sono due indizi del rischio di un arretramento della disponibilità di Trump o, quanto meno, di un affievolimento del suo engagement.
Resta l’Europa, che deve essere in prima fila per almeno tre ragioni: perché il futuro (pacifico o a rischio) dell’Ucraina è il futuro, pacifico o a rischio, dell’Europa stessa; perché l’Europa è ancora un continente (forse l’unico?) dove i valori di democrazia, libertà e diritto non sono slogan di passaggio e opzionali, ma valori fondanti; e infine perché, in un mondo di relazioni internazionali sempre più compromesse e compromissorie, lealtà e coerenza siano ancora una guida su cui fondare il domani.

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