Carlo Alberto Dalla Chiesa
Articolo di Fabio Bottero.
La sera del 3 settembre 1982 il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della scorta Domenico Russo venivano uccisi dalla mafia, a Palermo.
Sono trascorsi 43 anni da quel tragico giorno ma il tempo non ha cancellato il valore delle loro vite.
Il ricordo del loro sacrificio non è sbiadito.
Occasioni come quella di oggi ne sono la dimostrazione.
Nel tardo pomeriggio il Comune di Milano e Libera si sono uniti in ricordo di un uomo giusto e retto, fedele all’Arma dei Carabinieri e alle istituzioni del nostro Paese, come fu il generale Dalla Chiesa, e di chi era con lui quando la mafia mise in atto i propri piani.
Ricordare e fare memoria ci permette di rinvigorire e confermare l’impegno – di Milano, di Libera, di Avviso Pubblico e di tante associazioni e di cittadini – contro le mafie, contro la criminalità, contro ogni forma di terrorismo.
L’alto profilo morale e civile del generale Dalla Chiesa, il suo profondo senso di giustizia, la sua determinazione, il suo essere in prima linea nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, l'impegno appassionato di Emanuela Setti Carraro, infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana sulla base dei valori -molto attuali anche oggi- dell'organizzazione "ama, conforta, lavora, salva", ed infine la dedizione totale dell'agente Domenico Russo, costituiscono un patrimonio prezioso per la nostra società.
Sono esempi di agire libero, onesto e democratico da cui trarre insegnamento e ispirazione, oggi e sempre.