Vera Vigevani Jarach
Articolo di Arianna Censi.
Oggi in Consiglio comunale la Presidente Buscemi ha ricordato la scomparsa di Vera Vigevani Jarach, donna straordinaria, scrittrice e giornalista di origini italiane, che amava definirsi “partigiana della memoria”.
Milanese, classe 1928, fu costretta a lasciare l’Italia a soli 11 anni con la sua famiglia per sfuggire alle leggi razziali fasciste del 1938. Il nonno materno venne deportato e assassinato ad Auschwitz. Rifugiatasi in Argentina, sposò Giorgio Jarach, anch’egli esule italiano. Lì la tragedia colpì di nuovo: la sua unica figlia, Franca, fu rapita e assassinata a soli 18 anni dalla dittatura militare di Videla, gettata da uno dei terribili “voli della morte”.
Da quel dolore nacque la sua forza. Vera è stata tra le fondatrici delle Madres de Plaza de Mayo, l’associazione simbolo della lotta per la verità e la giustizia in Argentina, che non ha mai smesso di cercare i propri figli e figlie desaparecidos. Con il fazzoletto bianco sul capo, fino all’ultimo ha portato la sua testimonianza ai più giovani, convinta che il silenzio e l’indifferenza siano complici di ogni totalitarismo.
Ho avuto l’onore di incontrarla tre anni fa qui a Milano, in una delle sue ultime visite nella sua città natale. Rimane il ricordo di una donna instancabile, capace di trasformare la sofferenza in impegno civile, lasciandoci un patrimonio di memoria prezioso e necessario.
Buon viaggio, Vera. Che la terra ti sia lieve.