Tutti devono costruire la pace
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Annual Meeting dei Medici con l’Africa CUAMM nel 75° dalla fondazione del Collegio Universitario Aspiranti e Medici Missionari (CUAMM) (video).
Rivolgo un saluto di grande cordialità al Presidente della Camera dei Deputati, alla Ministra dell’Università, al Presidente della Regione, al Sindaco, al Presidente di Medici con l’Africa, al Vescovo di Padova, a Don Dante.
Un saluto alle autorevoli presenze dall’Etiopia e dal Mozambico e a tutti i presenti. A tutti i presenti che sono qui - che siamo qui - per festeggiare i 75 anni del CUAMM.
Settantacinque anni è ricorrenza felice non soltanto per quanti animano questa impresa straordinaria.
Lo è per Padova.
Lo è per tutti coloro - bambini, giovani, adulti, anziani – che hanno ricevuto le vostre cure, che sono stati formati nelle vostre scuole, che hanno partecipato ai vostri programmi. Programmi rivolti alla crescita delle comunità in territori svantaggiati d’Africa.
Lo è – felice questa ricorrenza - per l’intera Italia, anche perché ne siete stati magnifici ambasciatori praticando solidarietà, centrale tra i suoi valori costitutivi.
La vostra opera - svolta dove il bisogno è più acuto e dove la povertà costituisce una pesante limitazione nella vita e della vita stessa - si arricchisce di un significato ulteriore – un grande significato, oggi - per la visione che esprime, che reca e che esprime, in contrasto con le guerre, con le volontà di potenza nazionali, con gli egoismi alimentati da paure e da nuove chiusure.
Ha lanciato la vostra opera - e lancia - un messaggio di esortazione, quasi di una preziosa provocazione: tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia, collaborazione.
Il Cuamm – Eccellenza, Don Dante - non si è dato il facile alibi di essere troppo piccolo per cambiare il mondo. Al contrario ha cominciato a camminare, guardando lontano, proprio dove il percorso non era neppure tracciato.
Il Cuamm è stato capace di tenere insieme testimonianze forti e organizzazione efficiente, imprimendo un segno nel procedere della storia di tante comunità.
In Africa. E anche in Italia.
Settantacinque anni or sono. Tutto è cominciato – come abbiamo poc’anzi ricordato -, grazie all’iniziativa del Professor Francesco Canova e del Vescovo Girolamo Bortignon.
I Paesi dell’Africa sub-sahariana erano ancora, allora, sotto dominio coloniale. In Italia non esisteva un quadro normativo per gli enti civili di cooperazione internazionale.
Il Cuamm si è fatto pioniere.
Nel 1954, come abbiamo ascoltato poc’anzi, sono partiti i primi medici.
La sfida era alta, il progetto ambizioso e difficile. L’energia, la tenacia, l’intelligenza di una figura eccezionale, come quella di Don Luigi Mazzucato, ha reso possibile - e sviluppato sempre più - il sogno dei promotori. E a 10 anni dalla morte, lo ricordiamo con affetto crescente.
Don Mazzucato soleva dire che era l’amicizia, insieme al senso di comunità, a tenere acceso il motore del Cuamm.
Questo motore ha consentito di superare ostacoli e difficoltà, attraversando generazioni, attraversando decenni di cambiamenti globali.
I Paesi dell’Africa hanno conquistato la decolonizzazione, raggiunto l’indipendenza, conseguito protagonismo su tanti fronti.
Si sono moltiplicate le condizioni e gli strumenti di reciproca conoscenza, di comunicazione, di incontro, di percorsi comuni.
Ogni passo in avanti è stato in qualche modo intravisto, anticipato dalla generosità dei medici del Cuamm, degli operatori, dei loro sostenitori.
Un ponte di enorme valore. L’investimento in Africa, per il suo sviluppo è di primario rilievo per la nostra Europa: il futuro dei due Continenti e dei loro popoli è necessariamente e sempre di più fortemente connesso.
Il Piano Mattei è un avanzamento nel percorso, un foro operativo di coinvolgimento e di collaborazione.
È importante, in questi giorni, l’autorevole presenza italiana al G20 di Johannesburg e alla conferenza in Angola tra l’Unione europea e l’Unione africana.
Il Cuamm è stato apripista.
La solidarietà genera fiducia. È un antidoto alla rassegnazione, all’indifferenza.
Fu Aldo Moro a firmare il decreto con il quale il Cuamm venne riconosciuto come la prima Ong italiana in campo sanitario. Da giovane aveva scritto che il destino dell’uomo è di avere perpetuamente fame e sete di giustizia.
Questo insegnano le donne e gli uomini del Cuamm.
L’augurio è di proseguire. Di far crescere la consapevolezza, la comune convinzione della dignità inviolabile e del rispetto della persona, di ogni persona.
Per questo la Repubblica vi è grata.
