Nordio ha mentito su Almasri, si dimetta
Articolo di Chiara Braga.
È inaccettabile che un ministro travisi i fatti e inganni e menta al Parlamento, mentendo. Lo stillicidio di notizie che in questi giorni circolano sulla stampa fa assumere alla vicenda Almasri, già di per sè grave, contorni sempre più inquietanti.
Il Tribunale dei ministri di Roma avrebbe, infatti, concluso l'indagine sulla mancata consegna del generale libico Najeem Osama Almasri alla Corte penale internazionale da parte del Governo italiano e starebbe per consegnare nei prossimi giorni le sue decisioni. Secondo indiscrezioni ci sarebbero prove certe che dimostrerebbero "come l'Italia abbia avuto tutto il tempo di riparare all'errore procedurale segnalato dalla Corte di appello di Roma, sulla mancata trasmissione da parte del Ministero della Giustizia" dell'autorizzazione all'arresto del ricercato, attivandosi per trovare il modo di convalidare il fermo e procedere alla consegna di Almarsi. E di non averlo voluto fare per una precisa scelta politica. Di più: smentisce il ministro Nordio che aveva detto che soltanto il lunedì 20 gennaio l'Ufficio era stato avvisato dell'arresto del criminale libico".
Se il ministro Nordio sapeva, come sta emergendo dall'inchiesta, di avere a che fare con un torturatore, un criminale libico, ciò significa che ha deliberatamente scelto di mentire davanti al Parlamento. Un comporamento inaccettabile.
Il Guardasigilli Nordio spieghi cosa è veramente accaduto nel gennaio scorso. Un ministro che, assumendo l’incarico ha giurato sulla Costituzione e che avrebbe mentito in una informativa al Parlamento, non può rimanere nel proprio ruolo un secondo di più. E neppure il suo staff su cui emergono evidenti responsabilità. Ciò a prescindere da qualsiasi ipotesi di reato.
Inoltre la decisione di liberare il Almasri criminale accusato di "stupro, tortura, omicidio, trattamento inumano, detenzione arbitraria e altri reati riconducibili a crimini contro l’umanità» -, sottoposto nelle stesse ore di ieri dalla procura generale della Libia a un ordine formale di comparizione -, e di riaccompagnarlo in Libia con un volo di Stato, è stata una scelta politica precisa di cui si deve assumere la responsabilità la Presidente del Consiglio. nei confronti del quale, nelle stesse ore di ieri, la Procura generale della Libia ha «ha emesso un ordine formale di comparizione nei confronti di Osama Najim Almasri, ex alto ufficiale del dispositivo di sicurezza penitenziaria, in relazione alle imputazioni del mandato di arresto della Corte penale internazionale che includono reati quali stupro, tortura, omicidio trattamento inumano, detenzione arbitraria e altri reati riconducibili a crimini contro l’umanità».
Nessun Governo può prendere in giro le istituzioni, i rappresentanti dei cittadini e i cittadini stessi. Nemmeno i membri di un Governo sovranista che si considera sopra la legge, può sfregiare la legalità internazionale e sperare di farla franca.