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  • Matteo Zuppi

Nessuno può pensare di controllare una guerra

Intervista del Sole 24 Ore al Cardinale Matteo Zuppi.

"Nessuno puo' mai pensare di controllare una guerra agevolmente. A un certo punto la guerra ha una logica che ci determina anche al di la' della stessa volonta'". A sintetizzare in una intervista al "Sole 24 Ore" i temi cari al pontificato di Francesco, nel giorno ieri del suo 88mo compleanno, uno dei suoi stretti collaboratori, il cardinale Matteo Zuppi. Tra qualche giorno comincera' il Giubileo.

Il tema e' Pellegrini di Speranza, un messaggio spirituale ma anche attuale in un contesto segnato dai conflitti. Il presidente della Cei osserva che "sempre lo spirituale entra nella storia e anche il Giubileo e' un grande momento che aiuta a vivere la propria storia e a rinnovarsi. Il titolo scelto dal Papa, Pellegrini di Speranza, effettivamente, e' quanto mai attuale, innanzitutto per ricordarci che siamo pellegrini, dimensione che qualche volta ci dimentichiamo. A volte pensiamo di poter restare tranquilli dove siamo e ci dimentichiamo che la nostra vita e' un cammino, che la nostra storia cammina, che rischiamo di restare indietro, chiusi nelle nostre case, nelle sicurezze, nelle nostre paure, mentre invece la vita va avanti. Quindi - aggiunge - essere pellegrini in realta' ci ricorda la nostra vera dimensione e anche che non siamo smarriti senza una direzione, ma abbiamo una destinazione".
Nella bolla di indizione del Giubileo c'e' una grande attenzione ai carcerati come sempre e il Papa aprira' una porta Santa in un carcere: "Si', e' come far ritrovare al carcere quello per cui e' pensato, perche' il carcere non e' 'lasciate ogni speranza o voi che entrate', come qualcuno tempo fa ha scritto e come oggi anche qualcuno pensa. Il carcere e' invece un luogo di speranza, in cui lo Stato aiuta la rieducazione e dove anche i colpevoli trovano consapevolezza ma anche futuro. Tuttavia molte volte non e' cosi' e quindi il Papa, come e' noto, ha sempre avuto una grandissima attenzione per il carcere e ci ha aiutato sempre a vederlo non come un mondo a parte, ma come una parte del nostro mondo". Lo scorso dicembre c'e' stata la veglia di preghiera per la pace promossa da Sant'Egidio. Non si contano ormai gli appelli per la pace e le veglie in un contesto drammatico. Si sta verificando quello da cui il Papa aveva messo in guardia: "Forse ci preoccupiamo ancora troppo poco, dovrebbe esserci una veglia tutte le sere, considerando i rischi, la realta' e i rischi che questa realta' puo' provocare, perche' nessuno puo' mai pensare di controllare una guerra agevolmente. A un certo punto la guerra ha una logica che ci determina anche al di la' della stessa volonta', perche' la guerra e' anche molto logica. La violenza ha sempre una evoluzione molto geometrica e, se non trova le altre soluzioni, evolve in genere purtroppo sempre al rialzo" prosegue.
"Ovviamente poi - osserva il cardinale - la preghiera non si esaurisce mai in se stessa, la preghiera e' anche il modo con cui inizia un impegno. E' dalla preghiera che deve nascere sempre l'impegno per la pace, ciascuno con le proprie responsabilita', come per esempio quella della solidarieta', dell'accoglienza, della vicinanza". Il presidente si e' impegnato in prima persona per l'Ucraina: "Bisogna continuare questo impegno con grande insistenza. Fino a quando c'e' la guerra c'e' da fare. Lo spazio umanitario e' stato indicato come gradito dalle parti e continua con l'attivita' dei nunzi. Speriamo possano arrivare i frutti di questo impegno continuo, di fronte ad una sofferenza umanitaria che e' terribile" conclude Zuppi.

Diplomazia e organismi per risolvere i conflitti - "Abbiamo ancora più necessità della diplomazia e degli organismi internazionali, di quelli sovranazionali che sono gli strumenti privilegiati per
risolvere i conflitti non con le armi, ma con il diritto": a dirlo è stato il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, partecipando, da remoto, alla conferenza "Dialogo e cooperazione per la pace nelle diversità", organizzata dal Sioi presso la Sala della Conciliazione del Comune di Assisi.
Riferendosi sia alla diplomazia che agli organismi internazionali, Zuppi ha sottolineato che "qualche volta li abbiamo troppo indeboliti e "si fatica a rispondere alle sfide".
"In molte crisi sono stati messi da parte - ha aggiunto - e questo ha favorito l'assunzione dei conflitti, l'affronto con la logica della forza".
"La vera forza è quella sovra nazionale - ha ribadito il presidente della Cei -, la diplomazia. Se la mettiamo da parte perdiamo i ponti e finiamo per costruire soltanto i muri e questo è molto pericoloso".
Al convegno ha portato i saluti anche la neo presidente della Regione Umbria e già sindaca di Assisi, Stefania Proietti.

 

 

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