Il potere oggi c'è, domani non c'è più
Intervista del Corriere a Dario Franceschini.
"Il potere è una cosa come un'altra. E come tutte le cose oggi c'è, domani non c'è più, dopodomani chissà, comunque fa lo stesso". Lo spiega Dario Franceschini, ex ministro della Cultura ed esponente Pd, in una lunga intervista al Corriere della Sera, dove parla anche di come è cambiata la sua vita quando ebbe un infarto dieci anni fa.
"Le malattie fanno parte della vita. Il giorno prima sei invincibile, dal giorno dopo non lo sei più - racconta -. Ho capito che la scoperta della fragilità spaventa molto più della fragilità stessa. Alla seconda si reagisce, perché comunque la malattia è parte della vita. Mi spiego meglio: alla malattia certamente bisogna reagire, si deve combatterla. Ma comunque prima accettarla, sempre".
I suoi amici sono soprattutto quelli della sua città natale cioè Ferrara. "Ogni anno facciamo un viaggio all'estero, solo maschi - dice -. E non ne ho mai perso uno, neanche da segretario del Pd o da ministro, quando si trattava di sparire dalla circolazione mentendo sulla destinazione".
Franceschini ha scritto cinque romanzi, l'ultimo, 'Aqua e tera', che racconta la storia d'amore tra due ragazze durante il fascismo, è appena uscito.
"Scrivere è sempre stata un'aspirazione e una passione. La politica anche. Non potendo avere due vite, ho pensato di fare entrambe le cose - racconta -. All'inizio era un problema. Scrivevo i romanzi pensando sempre a come potessero essere letti, a che significato politico potessero dargli i lettori, se venissero considerati autobiografici o meno, a che impatto poteva tutto questo avere sul me politico, se fossero controproducenti o no... Poi, da un certo punto in poi, mi sono liberato di questa catena".