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  • Dario Nardella

Ho seguito la segretaria, il partito deve restare unito

Intervista di Repubblica a Dario Nardella.

Dario Nardella si è astenuto sul piano di riarmo europeo "per disciplina di partito e per scongiurare una spaccatura dalle ricadute imprevedibili" Lo spiega l'europarlamentare del Pd in un'intervista a Repubblica.

Sul piano di riarmo, afferma Nardella, "devo fare due premesse. Primo: la risoluzione verteva non sul riarmo ma sul Libro bianco della Difesa, che contiene anche un riferimento a quel piano. Secondo: nel Pd non c'è stato nessun contrario. Ed è un bene: sarebbe stato un errore grave. Va riconosciuto a Schlein di aver lavorato in questa direzione".
La spaccatura nel Pd comunque è "un fatto che non va minimizzato. Se io ho scelto di astenermi, pur essendo favorevole a molti punti della risoluzione, è per senso di responsabilità. Mi sono domandato: se la maggioranza vota in dissenso dalla sua segretaria, il giorno dopo si può far finta di niente? Solo uno sprovveduto può pensarlo".
Alla segretaria Elly Schlein, che ha ribadito che la linea Pd sul riarmo non cambia, Nardella replica: "Spero che questa spaccatura offra un elemento di riflessione anche a lei. Credo che debba farne tesoro per favorire una ricomposizione. Non bisogna aver paura delle divisioni, anzi: ben venga la discussione, ma alla fine dobbiamo uscire con una linea chiara e condivisa. Questo è il senso del pluralismo".
L'europarlamentare Pd non è a favore di un congresso: "Con tutto quel che sta succedendo nel mondo, non mi pare una priorità. I congressi si fanno ogni 4 anni, non c'è bisogno di convocarne uno straordinario per fare una discussione vera e sincera".

Nel Pd serve sintesi non un congresso anticipato - "La spaccatura di mercoledì" sulle armi Ue "non va sottovalutata, perché avvenuta su un tema centrale per il futuro europeo. C'è stato il rischio che la linea di Schlein finisse in minoranza su un tema cruciale. Anche per questo ho scelto di astenermi, per scongiurare un epilogo peggiore". Così l'europarlamentare Pd Dario Nardella al QN.
"Sarebbe stato molto grave dare un segnale di sfiducia alla segretaria sul tema difesa - aggiunge - Tanto più che siamo la forza più importante del Pse e presentarsi disorientati e divisi non è una cosa positiva".
Un congresso anticipato? "Non credo che i nostri elettori comprenderebbero - risponde - Ciò non significa che non sia necessario un confronto interno sincero. Credo che Schlein possa trovare la modalità più efficace per avviarlo".
Più che una nuova linea per Nardella "serve una sintesi delle diverse posizioni. Io non credo il problema sia dividersi nel dibattito. Lo diventa se poi non si trova una posizione unitaria senza mettere ogni volta in discussione la leadership o cercare una resa dei conti".
Alla domanda se le frizioni con i 5s non mettano in discussione il campo largo alle prossime elezioni, Nardella risponde: "Nessun partito deve godere delle difficoltà di un alleato o comunque di un partito vicino. Ciò non toglie che anche il tema delle alleanze sia una questione aperta".
Serve "una nuova fase, un passo in avanti vero. Dobbiamo superare la dicotomia tra riformisti e massimalisti perché il Pd nasce per unire, non per esaltare le divisioni. La destra esce distrutta da questo voto con Meloni che sposa la linea di von der Leyen e Salvini che fa l'esatto opposto pur essendo il suo vicepremier. Il Pse deve sfruttare le loro cotraddizioni che mescolano nazionalismo e finto pacifismo rispondendo con un nuovo progetto europeista". 

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