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  • Chiara Braga

Governo da Trump ma in fuga dalle imprese

Intervento di Chiara Braga a Metropolis (video).

Mentre i dazi di Trump erano annunciati e dati per certi da settimane se non mesi, il Governo Meloni è rimasto fermo, mostrando una preoccupante inerzia. In ritardo l’incontro a Palazzo Chigi con i Ministri per capire che fare; in ritardo anche il confronto con le categorie economiche, escludendo completamente il mondo del lavoro.

Quali misure il nostro Paese sta mettendo in campo per condividere e rafforzare la posizione che si sta delineando in Europa? Davvero la premier Meloni pensa di poter trattare con Trump singolarmente, cercando di beneficiare di una particolare benevolenza da parte del Presidente degli Stati Uniti nei suoi confronti?
Una cosa però la sappiamo, l'imbarazzante e ossequioso atteggiamento della premier che invece di rendere più forte la risposta europea alla follia trumpiana, accetta di andare a Washington con il cappello in mano, dopo le parole oltraggiose e offensive del suo amico Donald.
Il Governo si è mostrato ancora una volta impreparato. Pensare seriamente di tagliare risorse importantissime dedicate a ridurre le disuguaglianze territoriali, economiche, sociali, educative, così come togliere i finanziamenti volti ad accompagnare le nostre industrie verso forme di produzione più sostenibili, creazione di catene del lavoro in energia pulita che aumenterebbero la nostra autonomia strategica e ridurrebbero la dipendenza da importazione di energia in un quadro geopolitico complesso come quello di oggi, è un’operazione miope e fallimentare, le cui conseguenze negative ricadranno sempre su imprese e famiglie. Il Governo spagnolo, tanto per fare un esempio, è intervenuto per tempo mettendo in campo 14 miliardi di cui più della metà sono risorse nuove, fresche.
E invece, con 25 mesi di calo della produzione industriale, Meloni oggi decide di disertare il Salone del Mobile, una vetrina fondamentale per il settore. Non va perché non avrebbe nulla da dire agli imprenditori italiani. Non ha idea di come fronteggiare gli sciagurati dazi e si affida agli umori di Trump. Non sa come spiegare la marcia indietro sugli aiuti alle imprese annunciati in pompa magna solo qualche giorno fa. La strategia è sempre la stessa: quella che la porta a disertare tutte le conferenze stampa dopo il Consiglio dei Ministri, scappare, sottrarsi a ogni confronto che non sia nelle protette stanze di Palazzo Chigi. Quando invece dovrebbe spiegare al Paese cosa intende fare di fronte alle preoccupanti previsioni del Def con il Pil in caduta libera fino allo 0,3%. Comunque da Trump ci andrà per baciare la pantofola, dagli imprenditori italiani invece no.
Gli interessi italiani si difendono schierandosi chiaramente con l'Europa nel costruire una risposta efficace all'imposizione dei dazi. Il PD continuerà ad incalzare il Governo, con la disponibilità anche a interloquire con la Presidente Meloni ma su proposte concrete, non su sparate approssimative e atteggiamenti servili che fanno solo male all'Italia.

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