Skip to main content
  • Giuseppe Sala

Costruiamo il centro per vincere

Intervista di Repubblica a Giuseppe Sala.

 "Mi pare che il campo largo proprio non riesca a funzionare. In questo momento che esista o no, non è certamente in condizione di vincere e di governare il Paese". Così a Repubblica il sindaco di Milano Beppe Sala. "Vedo che i Cinquestelle dicono marciamo divisi e poi uniamoci in alleanza solo al momento del voto per le politiche: mi verrebbe voglia, mettendomi nei panni di Schlein - aggiunge - di dire va bene. Bisognerebbe accettare che da oggi fino al 2027 il campo largo non c'è neppure nelle Regioni e nelle grandi città".

"Bisogna sedersi e provare a fare un programma comune - prosegue - Se ce la fai, bene, ma se non ce la fai credo sia logico dire: ognuno per sé. Ecco, non ho visto un tentativo serio di mettere insieme un programma comune. Certo, non basta una foto in cui si sta tutti insieme per far credere agli italiani che sia vero".
Manca il centro a questo centrosinistra? "Serve nell'alleanza una visione più liberal democratica che parli a una parte di elettorato che non vuole sentirsi di destra, ma che è spiazzato da una proposta troppo estrema. Purtroppo non vedo come oggi queste anime possano trovare una sintonia. Il mio pessimismo nasce dal fatto che se non ci è riuscito Calenda che ci ha messo energia e i fondi che è riuscito a raccogliere, non vedo chi e come possa riuscirci".
"In questo momento io ho il dovere di portare a termine il lavoro per il quale sono stato eletto. Non dico che non potrà interessarmi, ma intanto bisogna cercare i compagni di viaggio. Schlein sa che è interesse del Pd favorire la nascita di quest'area liberal democratica. Ma il Pd ha bisogno di fare passi in avanti che garantiscano a quest'area, una volta nata, di non essere solo un cespuglietto di una sinistra molto spostata a sinistra". Ruffini federatore? "E' bravissimo. Lo conoscono in pochissimi. È una persona di grandissimo valore, ma pensare che possa avere la forza per fare il leader di quest'area significa volergli male. La questione non è trovare il federatore, la questione è trovare i compagni di viaggio".

"In questo momento che esista o no", il campo largo "non è certamente in condizione di vincere e di governare il Paese. Lo dico non per una sensazione che ho, ma analizzando cosa succede quando gli italiani vanno a votare. Vedo che i Cinquestelle dicono marciamo divisi e poi uniamoci in alleanza solo al momento del voto per le politiche: mi verrebbe voglia, mettendomi nei panni di Elly Schlein di dire va bene. Il problema è che in Italia si vota sempre, dunque bisognerebbe accettare che da oggi fino al 2027 il campo largo non c'è neppure nelle regioni e nelle grandi città. Può essere un rischio, ma vale la pena rifletterci". Lo dice il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, intervistato dal quotidiano "La Repubblica". Con i Cinquestelle "bisogna sedersi e provare a fare un programma comune. Se ce la fai, bene, ma se non ce la fai credo sia logico dire: ognuno per sé. Ecco, non ho visto un tentativo serio di mettere insieme un programma comune. Certo, non basta una foto in cui si sta tutti insieme per far credere agli italiani che sia vero".
Alla domanda se sarà lui ad aggregare una forza "centrista", Sala replica che "in questo momento io ho il dovere di portare a termine il lavoro per il aule sono stato eletto. Posto che per il parlamento si voterà a maggio del 2027 oggi mancano due anni e mezzo. Non mi sogno neppure di sottrarre tempo a Milano per occuparmi operativamente di tutto ciò. Non dico che non potrà interessarmi, ma intanto bisogna cercare i compagni di viaggio".
"La questione - conclude il primo cittadino - non è trovare il federatore, la questione è trovare i compagni di viaggio, le persone che credono in questi valori e che possano scambiarsi la guida in una forma di governance che ricordi quella della Dc. I partiti personali, non credo attraggano più nessuno".

"Serve all'alleanza una visione più liberal democratica" e serve "come il pane". Ne è convinto il sindaco di Milano, Beppe Sala, intervistato da 'Repubblica'. Sarà lui ad aggregare questa forza 'centrista'? "In questo momento io ho il dovere di portare a termine il lavoro per il quale sono stato eletto", risponde Sala. E in ogni caso, un'operazione del genere deve avere il sostegno del Pd perchè garantisca "a quest'area, una volta nata, di non essere solo un cespuglietto di una sinistra molto spostata a sinistra".
Quanto ai rapporti con i 5 Stelle, Sala vede al momento più ombre che luci: "Non ho visto un tentativo serio di mettere insieme un programma comune. Certo, non basta una foto in cui si sta tutti insieme per far credere agli italiani che sia vero". L'ultima polemica in ordine di tempo investe proprio il capoluogo lombardo, la cosidetta norma 'salva Milano' su cui i 5 Stelle hanno attaccato il Pd e chiesto di fermarsi.
"Ecco, appunto il solito aut aut che caratterizza i cinquestelle di Conte. Premesso che quello che dice il leader del Movimento mi interessa il giusto, la vera questione è capire come si comporterà il Pd. Ma al di là di questa questione bisogna sedersi e provare a fare un programma comune. Se ce la fai, bene, ma se non ce la fai credo sia logico dire: ognuno per sé".
E aggiunge: "Mi pare che il campo largo proprio non riesca a funzionare. Vedo che i Cinquestelle dicono 'marciamo divisi e poi uniamoci in alleanza' solo al momento del voto per le politiche: mi verrebbe voglia, mettendomi nei panni di Elly Schlein di dire va bene. Il problema è che in Italia si vota sempre, dunque bisognerebbe accettare che da oggi fino al 2027 il campo largo non c'è neppure nelle regioni e nelle grandi città. Può essere un rischio, ma vale la pena rifletterci". Quanto alla suggestione di Enrico Maria Ruffini, Sala osserva: "Non continuiamo a buttare nel tritacarne mediatico le persone. Ruffini è bravo? Ruffini è bravissimo. Ruffini è conosciuto? Lo conoscono in pochissimi. È una persona di grandissimo valore, ma pensare che possa avere la forza per fare il leader di quest'area significa volergli male. Torno a dire: la questione non è trovare il federatore, la questione è trovare i compagni di viaggio. I partiti personali, non credo attraggano più nessuno".

Condividi questo contenuto su :
Pin It

Iscriviti alla nostra Newsletter

Per ricevere la mail di aggiornamento attività .
Accetto la Privacy policy