Confrontare le idee sul futuro della Città Metropolitana
Intervento del sen. Franco Mirabelli al convegno "L’Area Metropolitana tra continuità e innovazione: idee per il futuro" organizzato da Associazione Democratici per Milano.
Una recente ricerca sulla qualità della vita nelle città italiane ha collocato Milano al primo posto, certificando la tenuta economica e sociale, l’impegno per la sostenibilità ambientale e la capacità di attrazione dell’area metropolitana milanese.
È un risultato importante che, lungi dal farci dire che tutto va bene, riconosce come positive le politiche sul trasporto pubblico e l’ambiente e la capacità dell’amministrazione a mantenere l’efficacia e la dimensione dei servizi, a partire da quelli sociali, nonostante in questi anni le difficili condizioni in cui, tra tagli e crisi, si trovano ad operare i Comuni.
Questo risultato fa giustizia di due narrazioni negative che vengono diffuse dalle opposizioni e da alcuni media.
La prima è quella che vorrebbe Milano come una realtà in crisi, ripiegata, in cui la qualità della vita sarebbe peggiorata, in cui prevarrebbe la paura e in cui i cittadini sarebbero vessati dalle politiche di contenimento del traffico privato.
L’altra è quella che racconta Milano come una realtà condizionata dalla speculazione edilizia.
Certamente la città si è trasformata in questi anni, le grandi aree dismesse e degradate (erano quasi il 40%) sono diventate non solo e non soprattutto residenze ma sedi universitarie, funzioni pubbliche, servizi di prossimità, opportunità di lavoro, con attenzione al verde e all’ambiente.
Tutto ciò sarebbe incompatibile con la speculazione selvaggia.
Anche il recente intervento legislativo - che è stato definito “salva Milano” - non ha nulla a che vedere con la speculazione. Si tratta, infatti, di una norma che chiarisce semplicemente che quando si interviene sul costruito (ristrutturandolo o sostituendolo) non sono obbligatori i piani particolareggiati.
Molte città in questi anni hanno operato in questo modo per semplificare e incentivare gli interventi sull’esistente, combattendo il degrado, evitando nuovo consumo di suolo e modernizzando il patrimonio edilizio.
È chiaro che tutto ciò non ha nulla a che vedere con speculazioni e cementificazione.
Va, quindi, tutto bene e ci si può sedere sugli allori? Certamente no.
Il primo grande problema della metropoli milanese, guardando al futuro, è il rischio di espellere dalla città le famiglie con un reddito medio da lavoro dipendente a causa dei costi sempre più alti dell’abitare.
Questa è una delle sfide più importanti da affrontare e la scelta, proposta dall’assessore Bardelli, di mettere a disposizione aree comunali e risorse per creare 10 mila alloggi a canoni accessibili per chi guadagna tra i 1.200 e i 1.500 euro al mese, insieme a quella di recuperare gli alloggi vuoti nelle case popolari (sistemandoli), vanno nella direzione giusta.
La seconda sfida è quella di approvare, dopo una discussione partecipata, il nuovo PGT investendo su funzioni pubbliche, servizi di prossimità e verde urbano.
Infine, se serve innovare di fronte ai cambiamenti, ciò che va confermata e rafforzata è la scelta di mettere tutte le risorse che l’attrattività economica e la competitività di Milano producono per rafforzare servizi e assistenza e ridurre le diseguaglianze.
Confrontare le idee sul futuro della Città Metropolitana è lo scopo della nostra Associazione e lo facciamo con il contributo di tante e tanti guardando al futuro.