Condanniamo la punizione collettiva dei palestinesi
Intervista del Manifesto a Elly Schlein.
Elly Schlein, domani con M5S e Avs sarete in piazza san Giovanni a Roma per chiedere di fermare lo sterminio a Gaza. Perché adesso?
Per fermare il massacro di palestinesi e i crimini di Netanyahu. Questa manifestazione arriva dopo un lungo percorso comune in Parlamento, che ha avuto il suo centro nella mozione unitaria che è anche la piattaforma della piazza. Sentiamo l’esigenza di raccogliere la voglia di mobilitazione e l’indignazione per quello che accada a per Gaza che c’è nel paese e tra i nostri elettori. Alla Camera le destre hanno votato contro gli impegni che avevamo proposto, e che mirano a difendere la tradizione diplomatica dell’Italia che è sempre stata attenta alla questione palestinese.
Dal 7 ottobre 2023 sono passati 20 mesi in cui i civili di Gaza sono stati massacrati. Non pensa che la vostra azione arrivi in ritardo?
Ci sono state molte mobilitazioni prima della nostra e ce ne saranno altre dopo. Come forze politiche abbiamo deciso di assumerci ora la responsabilità di organizzare una manifestazione per dire basta ai crimini di Netanyahu, che usa anche la fame come arma di guerra, come ha detto l’Onu. Basta a un esercito che spara sulle persone in coda per il pane: Gaza ci riguarda tutti, è l’inferno in terra. Vogliamo dare un forte segnale popolare.
Il Pd è stato molto attento a riconoscere il diritto di Israele all’autodifesa. Il suo partito è stato troppo morbido verso Netanyahu, almeno all’inizio?
La sproporzione nella difesa di Israele dopo l’attacco terroristico di Hamas e la violazione del diritto internazionale sono state chiare fin dai primi giorni e le abbiamo subito denunciate. Già a meta ottobre 2023 abbiamo chiesto il cessate il fuoco, e abbiamo detto che era in corso una punizione collettiva per il popolo palestinese. Speravamo che il primo cessate il fuoco durasse e innescasse un processo di pace, ma è stato violato da Israele che ha ricominciato a bombardare anche scuole e ospedali e commettere crimini di guerra. E in Cisgiordania i crimini e le violenze dei coloni appoggiati dal governo non si sono mai fermati, in totale spregio del diritto internazionale e umanitario. Oggi chiediamo con ancora più forza che le armi tacciano. La nostra condanna per l’attacco di Hamas è stata immediata, netta e forte. Purtroppo il governo Meloni non ha ancora condannato con la stessa forza i crimini del governo di estrema destra di Netanyahu. Mentre la nostra piattaforma prevede liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas, lo sblocco degli aiuti e l’embargo totale delle armi da e per Israele, sanzioni, fine delle occupazioni illegali, e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Così come la solidarietà agli israeliani che contestano il loro governo e ai palestinesi che protestano contro Hamas.
Ritiene che l’azione di Netanyahu a Gaza miri all’annessione della Striscia con la pulizia etnica dei palestinesi?
Da tempo è evidente che quel governo porta avanti un disegno criminale di deportazione forzata dei palestinesi e l’Onu parla già di pulizia etnica. Un disegno che intendiamo contrastare con forza. Non si possono più tollerare doppi standard: se i crimini di guerra li commette la Russia si adottano dure sanzioni, con Israele invece no.
È quello che l’Occidente e l’Ue stanno facendo dal 2023.
Un grande errore. Ma finalmente arrivano segnali in controtendenza: alcuni paesi come Spagna, Irlanda e Norvegia hanno riconosciuto la Palestina e la Francia si appresta a farlo, l’Ue ha battuto un colpo proponendo la revisione dell’accordo di cooperazione con Israele. L’Italia purtroppo ha votato contro mettendosi dalla parte sbagliata. Ora è in scadenza un memorandum militare tra Roma e Tel Aviv che deve essere bloccato e non tacitamente rinnovato. Faremo di tutto per fermarlo ma l’Italia, a causa di Meloni, dopo l’arrivo di Trump è ammutolita.
Teme episodi di antisemitismo in piazza?
La nostra piattaforma non lascia spazio ad ambiguità, non ci sarà spazio per questo tipo di comportamenti: vigileremo. Per la nostra storia qualsiasi accusa di antisemitismo è inaccettabile, l’abbiamo sempre contrastato e continueremo a farlo, a differenza di qualche giovanile della destra. Nel nostro dna c’è la condanna di qualsiasi forma di odio e discriminazione. Ripeto: criticare i crimini di Netanyahu non è antisemitismo.
Oggi Renzi e Calenda saranno a Milano per una manifestazione con una piattaforma più filo israeliana della vostra. É dispiaciuta che partecipino anche alcuni esponenti Pd?
Ogni mobilitazione contro il massacro dei palestinesi è una buona notizia. A Milano come a Roma ci sarà un forte no alle azioni criminali di Israele: i punti in comune ci sono. Ma non accettiamo accuse di ambiguità che non ci sono: la nostra piattaforma è completa.
Il governo vi ascolterà se la manifestazione sarà un successo?
Lo spero. La posizione del governo su Gaza deve cambiare. Il silenzio è complice. E noto che già oggi Crosetto usa parole diverse da Tajani, sottolineando come le scelte di Netanyahu fanno male anche a Israele. Forse tra loro non è chiaro chi sia il ministro degli Esteri.
Intervista di Repubblica a Elly Schlein.
"Il nostro governo è sempre stato molto silente sul massacro in corso a Gaza. E da quando c'è Trump si è ammutolito totalmente". Lo spiega in un'intervista a Repubblica la segretaria del Pd Elly Schlein che rimarca come "tutti abbiamo condannato gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, ma non è mai seguita da parte dell'esecutivo una condanna dei crimini di Netanyahu".
"Ora noi chiediamo di non rinnovare il memorandum di collaborazione militare con Israele. E insistiamo perché l'Italia riconosca subito lo Stato di Palestina, come ha fatto la Spagna e come si appresta a fare la Francia di Macron", sottolinea.
Oggi c'è la piazza di Pd, M5S e Avs per Gaza, secondo la segretaria non ci sono rischi. "Non ci sarà alcuno spazio per l'antisemitismo, contro cui noi continueremo a batterci, come dice la nostra storia - evidenzia -. La critica durissima che facciamo alle azioni di Netanyahu non è antisemitismo. Vogliamo due popoli e due Stati in convivenza pacifica".
La piazza di oggi è anche un altro tentativo di rammendo dell'opposizione. "Noi restiamo testardamente unitari, anche le ultime amministrative hanno dimostrato che uniti si vince. Certo, l'unità non basta - conclude -. Serve la coerenza di un programma in cui tutti si sentano a casa. L'alleanza con tutte le forze alternative alla destra si fa così".