Cessate il fuoco e rispettate le forze Onu
Articolo di Avvenire.
Un immediato cessate il fuoco e il rispetto delle forze di pace dell'Onu sono stati chiesti ieri, domenica 13 ottobre, dal Papa dopo la recita della preghiera dell'Angelus. Nel giorno in cui si ricordava l'ultima delle apparizioni mariane di Fatima, Francesco ha anche chiesto ai fedeli di unirsi al milione di bambini che il prossimo 18 ottobre pregherà il Rosario e ha ricordato il dramma di Haiti.
Commentando poi il Vangelo del giorno, il Pontefice ha ammonito che la vera ricchezza non consiste nell'avere tanti beni, ma nell'essere amati da Dio.
La guerra è un'illusione, fermatevi. «Sono vicino a tutte le popolazioni coinvolte di Palestina, Israele e Libano - ha detto il Papa -, dove chiedo che siano rispettate le forze di pace delle Nazioni Unite. Prego per tutte le vittime, per gli sfollati, per gli ostaggi che auspico siano subito rilasciati, e spero che questa e grande inutile sofferenza generata da odio e vendetta finisca presto. Fratelli e sorelle, - ha aggiunto Francesco - la guerra è una illusione, è una sconfitta, non porterà mai la pace, non porterà ma la sicurezza, è una sconfitta per tutti soprattutto per chi si crede invincibile. Fermatevi, per favore. Analogo appello per l’Ucraina, per la quale il Vescovo di Roma ha chiesto alla comunità internazionale, di non lasciare morire di freddo la popolazione e poi di mettere fine agli attacchi aerei. «Basta uccidere innocenti».
Il pensiero del Papa è andato anche al Paese caraibico. «Seguo la drammatica situazione in Haiti - ha detto -, dove continuano le violenze contro la popolazione forzata a fuggire dalle proprie case in cerca di sicurezza altrove, dentro e fuori del Paese. Non dimentichiamo mai i nostri fratelli e sorelle haitiani. Chiedo a tutti di pregare affinché cessi ogni forma di violenza e con l’impegno della comunità internazionale si continui a lavorare per costruire la pace e la riconciliazione nel Paese, difendendo sempre la dignità e i diritti di tutti». Ad Haiti infatti la situazione è davvero drammatica. I gruppi criminali ormai controllano quasi l’80 per cento della capitale Port-au-Prince, e secondo l’Unicef 2,7 milioni di persone, tra i quali mezzo milione di bambini, sono costretti a vivere sotto il controllo delle gang che continuano a provocare centinaia di morti.
Francesco ha quindi ricordato l’iniziativa della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), Un milione di bambini prega il Rosario che coinvolgerà un milione di piccoli, ai quali, ha detto il Pontefice, “ci uniamo”, affidando inoltre all’intercessione della Madonna «Ucraina, Myanmar, Sudan e le altre popolazioni che soffrono la guerra e ogni forma di violenza e miseria». Come si ricorderà, il Papa in persona, domenica 6 ottobre, si era recato a Santa Maria Maggiore per recitare la notra preghiera mariana e chiedere la pace nel mondo. Attraverso la campagna “Un milione di bambini prega il Rosario”, si legge in un comunicato di Acs, «impariamo a riporre la nostra fiducia nella Madonna, affinché intervenga a sostegno della Chiesa e di tutti coloro che non conoscono l’amore e la pace di Cristo». Educare i più piccoli «alla fede e alla preghiera è fondamentale», poiché «possono diventare fonti di evangelizzazione per gli altri, mentre le loro preghiere, nate da cuori fiduciosi, attraggono lo Spirito di Dio nel mondo».
Commentando il Vangelo della domenica (il brano conosciuto come quello del giovane ricco), Francesco ha sviluppato la sua riflessione sull'autentica ricchezza degli uomini e delle donne di ogni tempo. Consiste, ha spiegato il Pontefice, nell'essere guardati con amore dal Signore, come fa Gesù con quell’uomo, e amarci tra di noi, facendo della nostra vita un dono per gli altri. L’invito di Gesù è dunque a «rischiare l’amore», come non ha fatto l’uomo ricco, e a «spogliarci di noi stessi e delle nostre false sicurezze, facendoci attenti a chi è nel bisogno e condividendo i nostri beni, non solo le cose, ma ciò che siamo: i nostri talenti, la nostra amicizia, il nostro tempo».
«Anche noi, portiamo nel cuore un insopprimibile bisogno di felicità e di una vita colma di significato - ha sottolineato papa Bergoglio -. Tuttavia, possiamo cadere nell’illusione di pensare che la risposta si trovi nel possesso delle cose materiali e nelle sicurezze terrene. Gesù invece vuole riportarci alla verità dei nostri desideri e farci scoprire che, in realtà, il bene a cui aneliamo è Dio stesso, il suo amore per noi e la vita eterna che Lui e Lui solo può donarci. Ricordiamoci questo - ha perciò concluso -: la vera ricchezza non sono i beni di questo mondo, la vera ricchezza è essere amati da Dio e imparare ad amare come Lui».