Von der Leyen e Meloni responsabili del negoziato fallito con gli USA
Intervista di Repubblica e di Domani a Dario Nardella.
Se l'Italia sui dazi rischia di restare isolata in Europa "lo vedremo quando si dovrà votare in Consiglio europeo. Quel che è certo è che la nostra premier Giorgia Meloni ha dimostrato ancora una volta di preferire il colonialismo americano alla sovranità europea". Lo afferma l'eurodeputato Pd Dario Nardella, intervistato da Repubblica.
"Più di Macron avrebbe dovuto battersi e criticarlo, invece si è sdraiata per non irritare il sedicente amico americano" aggiunge. "Meloni è una delle principali corresponsabili del fallimento negoziale di von der Leyen - spiega - Sui dazi, quando si ventilava una risposta dura alle minacce di Trump, lei ha frenato, convinta che la partita sarebbe finita zero a zero. E infatti si è visto: una disfatta totale. In più la Commissione è stata fiaccata dai governi nazionalisti, a partire proprio da quello italiano, che hanno sempre avuto una posizione ambigua sull'Europa. Meloni da un lato ha imposto un suo uomo, Fitto, nella squadra europea di governo; dall'altra però il gruppo di FdI si è spesso schierato contro la Commissione. Sta con un piede in maggioranza e uno fuori e questo è il risultato". L''accordo "non è vincolante nel senso che dovrà essere definitivamente firmato dalle parti, quindi passare il vaglio del Consiglio europeo e del Parlamento. Ed è in questi due passaggi che Meloni dovrà decidere da che parte stare: se con l'Europa o con gli Usa di Trump. Se l'accordo non verrà modificato sarà difficile sostenerlo, a meno di non reperire fondi per le imprese che oggi non ci sono. Il Pse è molto critico nei confronti di von der Leyen ormai da qualche mese. L'accordo sui dazi appesantisce un rapporto già difficile: se l'intesa non verrà modificata in modo più equilibrato e credibile non mi sorprenderei se i socialisti non lo sostenessero". A settembre von der Leyen rischia di cadere? "Per quanto mi riguarda sì - risponde Nardella - se non muta registro e non si affranca dai governi antieuropei e filoTrump come quelli di Orban e Meloni".