Riconoscere la Palestina
Articolo di Patrizia Toia.
Riconoscere la Palestina non è una scelta facile. È una scelta giusta.
L’iniziativa del Presidente Macron ci scuote. Ci pone una domanda che non possiamo più eludere: quanto ancora può l’Europa rimanere immobile davanti al massacro sistematico di Gaza e dei palestinesi?
Quanto ancora possiamo guardare altrove o disquisire dottamente sulle parole mentre migliaia di civili vengono colpiti ogni giorno, in un conflitto che ha travolto ogni argine di umanità e diritto e si accanisce sui più indifesi, i bambini?
So bene che una scelta come quella francese può generare tensioni nel fronte europeo. Ma se non siamo capaci di agire come Europa unita, allora qualche Paese deve cominciare a farlo, anche da solo, nella speranza di muovere anche gli altri. È triste per una europeista dire questo, ma se l’attesa dell’unità porta all’immobilismo, allora è utile che qualcuno faccia un passo avanti.
Riconoscere la Palestina è un atto simbolico, sì. È vero, come dicono quelli bravi sempre a trovare i limiti, che non fa cessare la guerra e il fuoco, ma è comunque un atto importante. È un atto politico che tenta di squarciare il muro dell’impotenza che blocca oggi l’Europa e la Comunità internazionale. È uno spiraglio che si vuole aprire per indicare una direzione possibile. Non è una soluzione — magari lo fosse — ma può essere l’inizio di un cammino verso una difficilissima pace.
Il nostro silenzio sta diventando una forma di complicità.
