Rapporto Draghi e Economia Sociale
Articolo di Patrizia Toia.
L’Europa ha fatto passi avanti importanti sul fronte dell’economia sociale. Ora tocca agli Stati membri, ai territori e ai Comuni raccogliere il testimone con piani d’azione locali, come già hanno fatto realtà virtuose come Bologna, Torino e molte altre.
Ma l’Europa non può permettersi di fermarsi: in un contesto internazionale in continua evoluzione, stare fermi significa arretrare. Le prossime tappe devono vedere l’economia sociale tornare al centro delle politiche europee – dai temi dell’housing alla nuova proposta sul risparmio e investimenti, dalla clean industry al rilancio della coesione sociale.
Serve un cambio di passo: dobbiamo mescolare e intrecciare, con un giusto equilibrio, la competitività delle imprese, l'innovazione e la ricerca da un lato, e il contributo essenziale che può offrire l’economia sociale dall’altro. Perché non ci può essere vera competitività se non si mette al centro l’essere umano, se non si investe sul capitale umano e sulla coesione.
L’economia sociale ha già dimostrato la sua resilienza. È il momento di integrare il Piano Draghi con un nuovo, ambizioso Piano per l’Economia Sociale, che sappia valorizzare competenze, talenti e capacità diffuse. Solo così potremo avere un’Europa davvero all’altezza delle sfide del nostro tempo.