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  • Elly Schlein

Meloni è più dura con Flotilla che con Netanyahu

Intervista di Repubblica a Elly Schlein.

"Ringrazio il presidente Mattarella per aver riconosciuto l'alto valore umanitario della missione portata avanti dalla Sumud Global Flotilla. Le sue parole restituiscono l'onore all'Italia". Lo afferma in un'intervista a Repubblica, la segretaria del Pd Elly Schlein.

"Meloni - aggiunge - è andata alle Nazioni Unite per dividere la nostra, di nazione, attaccando oltre alla Flotilla giudici e opposizioni. Nessun premier aveva mai osato tanto. Ha affermato che quanto sta accadendo in Italia, dove si è alzata un'ondata di sdegno per i massacri del governo israeliano, non è per dare sollievo a Gaza ma per creare problemi a lei. Ma davvero pensa che tra le centinaia di migliaia di persone scese in piazza per la Palestina non ci sia uno che l'ha votata? L'ho già ribadito alla Camera: esca dalla sua megalomania".
A proposito di piazze, condivide l'allarme del ministro Piantedosi sulla possibilità di nuovi scontri? "In qualità di ministro dell'Interno - afferma ancora la segretaria dem - Piantedosi dovrebbe tenere sotto controllo gli allarmi, non lanciarli. Ho trovato gravi le sue dichiarazioni".
"Già nei giorni scorsi - aggiunge - avevamo ringraziato il patriarcato latino per la disponibilità a mediare per far arrivare gli aiuti a Gaza. Ci auguriamo che il dialogo tra Flotilla e Pizzaballa continui, ci stiamo spendendo per questo, ma non decidiamo noi, non siamo gli organizzatori e a bordo ci sono delegazioni di 44 paesi. Resta il nostro invito a sperimentare tutte le strade per raggiungere l'obiettivo: portare viveri e medicinali nella Striscia".
"Qualcuno - sottolinea - prima o poi ci dovrà spiegare perché nel momento in cui Crosetto manda una nave in soccorso, la nostra premier prende la clava per attaccare la Flotilla più duramente di quanto abbia mai fatto con i massacri di Netanyahu. È più impegnata a cercare lo scontro che a trovare una soluzione. Purtroppo Meloni dimostra ancora una volta la sua subalternità a Trump e quindi a Netanyahu". Tajani, avverte la segretaria del Pd, "deve usare parole di chiarezza. Le nostre richieste sono ferme: sanzioni, cessate il fuoco immediato, liberazione degli ostaggi, apertura di canali permanenti per aiuti, embargo armi. E riconoscere, subito, lo Stato di Palestina".

 

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