La situazione delle carceri non sta migliorando
Intervento di Alfredo Bazoli in Senato (video).
Oggi sono intervenuto in aula per una interrogazione del collega Franco Mirabelli su una protesta in carcere di qualche mese fa a Vigevano. Cito qualche numero, richiamo il governo alle sue intollerabili inerzie, alle sue responsabilità.
Signor Presidente, ringrazio il Vice Ministro per la sua risposta che ha dato conto degli sforzi che sta facendo l'amministrazione penitenziaria per fronteggiare casi di episodi come quelli riferiti nell'interrogazione del collega Mirabelli. Tuttavia, è una risposta non soddisfacente a paragone della condizione drammatica di emergenza che è oggi nelle nostre carceri e nei nostri penitenziari e di cui l'episodio del luglio del 2023 a Vigevano è solo un esempio.
Voglio citare i numeri, anzi parlo proprio dei numeri che ha citato lei, Vice Ministro, quando ha detto che oggi a Vigevano ci sono 376 detenuti su 242 posti disponibili, con un sovraffollamento pari al 166 per cento. Pensi, signor Vice Ministro, che alla data del 25 luglio del 2023, cioè quella dell'interrogazione del senatore Mirabelli, c'erano 380 detenuti su 240 posti disponibili. In un anno e mezzo non è cambiato nulla; anzi, il sovraffollamento era del 160 per cento, oggi è del 166 per cento e gli agenti di Polizia penitenziaria (lei ha detto oggi che sono 198 su 240 posti previsti) un anno e mezzo fa erano 195 su 240. Quindi, non è cambiato nulla, né sul sovraffollamento, né sulla carenza di posti di Polizia penitenziaria.
Questo è il punto, signor Vice Ministro, perché purtroppo, a dispetto dei grandi proclami e delle grandi dichiarazioni, la situazione non sta minimamente migliorando ed è una situazione drammatica che è testimoniata da questi numeri. Ne voglio citare anche altri, perché forse non ci si rende conto. Cito i dati che sono stati forniti nell'ultimo report dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che ha raccontato che nell'anno 2024 ci sono state 12.706 manifestazioni di protesta individuale all'interno dei nostri penitenziari e 1.436 manifestazioni di protesta collettiva. Quest'ultimo è un numero enorme che testimonia del disagio clamoroso che stanno vivendo oggi i detenuti nei nostri penitenziari.
La risposta che ha dato il Governo e che dà la maggioranza è puramente repressiva: questo il problema. È una risposta puramente repressiva che rischia di incancrenire e peggiorare la situazione, se pensiamo che a quelle manifestazioni di protesta collettiva, anche a quelle che vengono svolte in maniera pacifica da detenuti che si trovano in condizioni drammatiche e che protestano pacificamente, la risposta è l'istituzione del reato di resistenza passiva in carcere (Applausi). Addirittura, ai detenuti che protestano in maniera civile e pacifica voi minacciate di dare ulteriori sanzioni, ulteriori pene e di privarli della possibilità di accedere ai benefici penitenziari. Questa è l'unica risposta che sta dando il Governo a questa emergenza drammatica che stanno vivendo oggi il nostro comparto penitenziario e i nostri detenuti.
Questo è il problema, signor Vice Ministro, e cito un altro dato sul quale penso dovreste assumere una responsabilità: oggi su 62.000 detenuti che ci sono oggi nelle nostre carceri italiane 23.000 sono in un regime detentivo chiuso, cioè in un regime detentivo in cui non fanno nulla, non hanno ore di socialità fuori dalle sezioni, non hanno attività trattamentali significative, non seguono percorsi di inclusione, ma solo di mera sicurezza. Come facciamo noi a immaginare di recuperare e restituire alla società, finalmente liberi dai loro condizionamenti, i detenuti che sono in queste condizioni? Come possiamo immaginare di evitare che ci siano rivolte in carcere per detenuti che sono in queste condizioni? Di questo dovete occuparvi, non ci accontentiamo degli sforzi che fa l'amministrazione penitenziaria.
Occorre che il Governo si assuma una responsabilità politica e finalmente impegnativa per risolvere questa emergenza. Siete lì per risolvere i problemi, non per incancrenirli.