Il Pd milanese si confronta su lavoro e transizione ecologica
Articolo di News Food.
L’area metropolitana tra continuità e innovazione è il titolo dell’ambizioso convegno svoltosi l’8 febbraio a Milano e organizzato da Pd e Associazione democratici per Milano. Dopo i saluti di Matteo Bianchi, presidente dell’Associazione Democratici per Milano, sono seguiti quelli di Franco Mirabelli (vice presidente del gruppo Pd in Senato) e di Silvia Roggiani (segretaria regionale del Pd lombardo), centrati sulla necessità di completare le riforme istituzionali, sottolineando anche la distanza con i cittadini delle istituzioni stesse. Il convegno è stato seguito da Assoedilizia Informa.
L’introduzione generale è stata affidata a Chiara Braga (capogruppo Pd alla Camera), che ha tratteggiato il nuovo scenario internazionale e i suoi riflessi sull’Italia, in particolare la mancanza della presenza in Aula della Camera della presidente del Consiglio sulla questione dell’espulsione di Almasri. Dobbiamo riuscire a tenere alta l’attenzione nella denuncia ma anche nella proposte alternative, ha detto Braga, segnalando la volontà del Governo di destrutturare il sistema della rappresentanza sindacale attraverso la nascita di sindacati “gialli” e i rischi connessi, citando l’esempio della Spagna dove la crescita economica è forte e altrettanto il sistema di accordi sindacali. Alle politiche abitative, della viabilità e del lavoro è stata dedicata la presentazione della discussione di Luca Elia (segreteria PD Milano Metropolitana). Rilanciando il salario minimo e la lotta al precariato; è vero, ha detto Elia, che ci sono 21mila occupati in più ma ci sono oltre un milione di persone nella città metropolitana con meno di 18mila euro annui di reddito lordo.
Si è poi aperta la prima sessione del convegno, dedicata a lavoro, precarietà e diritti dei lavoratori. A partire dal moderatore Maurizio Belloni (direttore dell’Associazione democratici per Milano), gli interventi del discussant Pietro Galeone (ricercatore e Docente Università Bocconi di Milano), Paolo Romano (consigliere Regionale PD) Alberto Motta (segretario Generale FP CGIL Milano) e Massimiliano Onorato (Dipartimento Lavoro PD Milano Metropolitano) hanno sottolineato la necessità di una reazione forte alle politiche del lavoro governative; le diversità tra esperienze europee e italiane, a partire dal sistema Germania dove il minimo scatto salariale tra i dipendenti a tempo determinato e quelli con contratto indeterminato scoraggiano la politica ricattatoria di aziende che costringono ambedue le categorie ad accettare contratti punitivi o interinali. La flessibilità sta dando frutti negativi e il salario minimo è una proposta necessaria ma non sufficiente.
Francesco Biglieri, Segreteria PD Milano Metropolitana ha sottolineato la concentrazione delle tecnologie nelle mani di pochi e la necessità di riconoscere che anche i filantropi fanno i loro interessi privati: non possiamo fermare lo sviluppo della città, ha detto Biglieri, ma è vero che la politica deve governarlo. Mentre la destra era chiusa nei suoi confini e ora fa una politica sovranista ma di respiro internazionale, la sinistra si è chiusa nei confini.
Per Daniela Barone (direzione Metropolitana PD) i primi pensieri dei lavoratori sono: “Arriverò a fine mese?” e “Manterrò il posto di lavoro?”. Manca poi, ha detto Barone, la cultura della sicurezza sul lavoro; mancano vigilanza e ispettori ma è solo nella prevenzione e nell’informazione sulla sicurezza sul lavoro che deve stare il centro dell’attività.
L’intervento (da remoto) di Arturo Scotto (deputato PD) si è richiamato alla Costituzione e alla frattura con una parte del mondo del lavoro, quello dei precari, frattura che secondo Scotto si va colmando anche a partire dalla battaglia sul salario minimo.
La seconda sessione era intitolata “Transizione ecologica e territori: uno sguardo sulle città metropolitane”, moderatore Massimo Sacchi (direttivo Associazione Democratici per Milano), discussant Gianluca Senatore (Università La Sapienza Roma). Senatore ha parlato dell’approccio alla transizione, un passaggio che non si può evitare. Oggi ci accorgiamo che i cittadini non comprano auto elettriche e c’è un tracollo dell’industria. Mentre la Spagna ha suoperato la Germania nell’eolico: gli ultimi governi spagnoli si sono concentrati sulle richieste dell’Ue e sui relativi finanziamenti, facendo un’operazione culturale per convincere i cittadini che si debba essere energeticamente indipendenti (puntando cioè alla sensibilità per l’autonomia locale) e investendo il surplus ricavato nel welfare. Ecco perché in Italia si deve puntare a obiettivi che siano culturalmente recepibili, questo è l’elemento che manca, attivando nella collettività dei comportamenti che non siano imposti ma legati alla cultura e alla tradizione.
Il primo intervento è stato affidato a Gaia Romani (assessora Decentramento Partecipazione Quartieri Servizi Civici del Comune di Milano, che ha parlato di “apertura” verso la città metropolitana e verso le altre città. Ogni giorno il 65% delle persone che entrano in Milano lo fanno con un mezzo privato e non siano minimamente all’altezza delle altre città europee, dove per esempio i cittadini possiedono 250 auto ogni mille abitanti, a Milano sono 500. Occorre poi un’apertura verso le famiglie, che sono quelle che ci chiedono di fare e di fare più in fretta sul fronte ecologico.
Sono poi seguiti i contributi sulle esperienze locali di Paolo Festa, (consigliere di Città Metropolitana delegato all’Ambiente), Liana Castaldo (sindaca di Binasco) e Carla Gaiani (segretaria PD Provinciale Como). Le conclusioni sono state affidate a di Carlo Borghetti (consigliere Regionale PD Lombardia).