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  • Silvia Roggiani

Gaza

Articolo di Silvia Roggiani.

Nella notte di Natale, mentre festeggiavamo, una neonata è morta.
Al freddo, in una tendopoli di Gaza.
Sila aveva solo tre settimane. È morta di ipotermia, avvolta in una coperta che non è bastata a salvarla dal gelo. È morta come migliaia di altri bambini, costretti a vivere in tende fatiscenti, in campi profughi spazzati via dai bombardamenti.

È morta per colpa della disumana distruzione che il governo di Netanyhau sta perpetrando nella striscia di Gaza.
E noi? Ci distraiamo, restiamo indifferenti, mentre la pace diventa sempre più un'utopia lontana.
Viola Ardone, oggi su Repubblica, lo dice con parole che bruciano: le parole “bambini” e “morte” non dovrebbero mai trovarsi nella stessa frase.
Abbiamo dimenticato il diritto internazionale, i diritti dei bambini, il dovere di proteggere i più fragili. Abbiamo smesso di cercare la pace con urgenza, di costruire speranza, di lottare per una soluzione di giustizia e coesistenza tra due popoli.
Ma non possiamo restare in silenzio. Non possiamo distogliere lo sguardo. Dobbiamo tenere alta l'attenzione, ogni giorno, finché l’orrore non finirà. Perché nessun bambino, mai, dovrebbe pagare con la vita l’odio cieco e il disprezzo per la dignità umana.

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