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  • Chiara Braga

Europa sotto attacco

Articolo di Chiara Braga.

La nuova Strategia di sicurezza americana voluta da Trump, accolta con favore anche da Putin, contiene un attacco senza precedenti all’Unione europea e minacce di interferenze politiche.

A questa offensiva si aggiungono le provocazioni di Musk secondo cui l’UE andrebbe abolita arrivando addirittura ad accostare sulla sua piattaforma social, la bandiera nazista a quella europea. Unione Europea che invece rappresenta il più grande progetto democratico nato per unire gli Stati e i popoli europei al fine di superare i nazionalismi, la volontà di imperio e le divisioni responsabili delle due guerre mondiali, tragedie nate nell’Europa del Novecento.
La convergenza tra potenze esterne e attori influenti nell’attacco all’UE mostra un rischio concreto, che come Partito democratico denunciamo da mesi, riassunto molto bene dalla segretaria, Elly Schlein: “O l’Europa fa un salto in avanti di integrazione politica oppure rischia di essere schiacciata e messa al margine dalle grandi potenze che trovano un obiettivo comune nell’indebolirla. L’Europa sarà federale o non sarà”. Serve, quindi, una svolta federale, superando l’unanimità, rafforzando le cooperazioni tra Paesi disponibili e proseguendo sugli investimenti comuni come il Next Generation EU, puntando all’autonomia strategica dal punto di vista sociale e industriale, da quello della conversione ecologica e digitale, da quello della difesa comune e della politica estera.
Nessun Paese europeo, inclusa l’Italia, può competere da solo con gli USA, la Russia o la Cina. Per questo l’interesse nazionale italiano coincide con un’Europa più unità, più forte, più autonoma. Il Governo Meloni “non può fare finta di nulla”, non può “ammiccare in modo subalterno agli attacchi di Trump. Gli USA sono un alleato fondamentale, ma non è abbassando la testa che si sta in quest’alleanza e non è facendo i vassalli che si serve l’interesse nazionale”. L’alleanza transatlantica deve basarsi invece sulla cooperazione e il rispetto reciproco, “non piegarsi ai diktat degli oligarchi digitali che vogliono regole su misura dei propri interessi”.
È fondamentale che l’Italia sia “protagonista e propulsore” di un rafforzamento della coesione europea; invece il Governo di Giorgia Meloni è tra i più ostili a ogni riforma in questa direzione. La strategia di Putin e Trump ormai è quella di dividerci, per renderci più vulnerabili, trovando purtroppo sponda in alcuni governi nazionalisti europei. Il Governo Meloni non si presti a questo gioco.
Questa è la linea politica del Partito democratico. Linea ribadita in maniera ancora più chiara anche dal responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano: “Trump e Putin NON si stanno mettendo d'accordo sulla fine della guerra - che vogliamo tutti e per primi gli ucraini -, ma sulla fine dell'ordine internazionale basato sulle regole del diritto internazionale. È mancata un'iniziativa diplomatica? Noi come Pd la chiediamo da anni. Ma oggi è l'Europa che sta ponendo ai tavoli negoziali le ragioni dell'aggredito e del diritto internazionale.
E l'Italia è lì che deve stare, per una pace giusta e duratura. Meloni passa il tempo a dire a ucraini ed europei di non rompere con Trump. Dovrebbe dire a Trump di non abbandonare l'Ucraina e non rompere con l'Europa. Reagendo ai suoi attacchi con dignità a difesa dell'interesse nazionale".

 

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