Dl Flussi: una legge che alimenta insicurezza e irregolarità
Articolo di Chiara Braga.
Questa settimana il Senato ha dato il via libera alla conversione in legge del decreto Flussi, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. Il provvedimento, che era già stato approvato alla Camera, è diventato quindi definitivo. Tra le novità del testo c’è un nuovo elenco dei Paesi considerati ‘sicuri’, come Bangladesh, Egitto e Marocco; la secretazione dei contratti pubblici relativi a fornitura di mezzi e materiali per il controllo delle frontiere e delle attività di soccorso in mare; la competenza delle Corti d’Appello e non più dei Tribunali specializzati, per quanto riguarda la competenza sulla convalida del trattenimento dei richiedenti asilo.
Inoltre sarà più difficile effettuare salvataggi in mare dei bambini, mentre i figli di immigrati potranno ricongiungersi al genitore lontano non prima di due anni.
Il Partito democratico ha votato contro la conversione in legge di questi due decreti sull’immigrazione, rimanendo sempre disponibile a un vero e aperto confronto, nell’interesse del Paese e di una convivenza rispettosa dei principi di uguaglianza e di libertà sanciti dalla Costituzione e dal diritto europeo e internazionale.
Non riusciamo davvero a comprendere - come ha sottolineato il senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali in dichiarazione di voto finale sul decreto flussi - quali siano i benefici per il Paese, per il sistema produttivo e per la sicurezza dei cittadini che derivano dal perseverare, come la destra fa con questo decreto, nell’escludere, da un lato, ogni regolarizzazione di coloro che sono già presenti sul territorio e dall’altro nello stabilire quote di ingresso regolare del tutto insufficienti a soddisfare la domanda di forza lavoro che proviene da diversi settori produttivi, dal settore manifatturiero a quello agro alimentare e a quello turistico.
Il principale effetto di questo provvedimento sarà quello di aumentare il numero delle presenze irregolari, di alimentare lo sfruttamento, il lavoro nero e, al tempo stesso, di accrescere il rischio che coloro che verranno messi ai margini della società diventino preda della criminalità, altro che sicurezza. Quale effetto positivo potrà venire dall’escludere i patronati dalle richieste di ingresso, dall’ostacolare i ricongiungimenti familiari?
L’immigrazione può avere un impatto positivo sul nostro sistema economico, sociale e previdenziale. Durante l’iter di approvazione di questo decreto si è consumato anche il tentativo di sottoporre al Governo la magistratura, rea di aver fatto prevalere sulla volontà del governo il diritto europeo e alcuni principi costituzionali che disciplinano il nostro sistema delle fonti. Emerge in questa vicenda un tratto politico e culturale tipico della destra al governo: l’avversione al pluralismo, al confronto in Parlamento, e a ogni limite al potere della maggioranza, in nome di una concezione illiberale e autoritaria della democrazia.
La direzione giusta da seguire per il Pd si discosta ampiamente da quella approvata con il decreto Flussi, a partire dall’abrogazione della legge Bossi-Fini, per costruire un sistema che dia garanzie per l’incrocio di domanda-offerta con permessi per ricerca di lavoro, unica vera strada per garantire più sicurezza per tutti andando incontro alle esigenze anche del sistema produttivo del nostro Paese.
La destra, invece di governare, ha scelto di fare propaganda sulla pelle dei migranti.